Erano gli anni 70, la rivoluzione giovanile, i figli dei fiori, libertà a tutti i costi.
Verso la fine degli anni '60, già esteso in altri Paesi, si
sviluppa in Italia una nuova entità sociale, che incombe attraverso precise
richieste, in genere per il decisivo cambiamento che avviene nelle condizioni
sociali che richiedono una modifica dell'ordine costitutivo e culturale della
società. Lo scontro con la nuova ed emergente realtà è inevitabile, proprio nel
momento in cui la classe dirigente si ostina a tenere in scarsa considerazione
l'opportunità di modificare l'organizzazione della società, per appoggiare e
aiutare i giovani a realizzarsi attraverso sviluppi educativi più conformati ai
nuovi tempi, per innovare e ristrutturare dall'interno le istituzioni
pubbliche. In quel periodo si comprende, esattamente come il temperamento
"mondiale" le concomitanze delle rivolte giovanili e studentesche
siano la prova indubbia delle tensioni che ribollono in ogni società, in ogni Paese.
Anche la moda ha la sua importanza, il cambiamento di stile è impressionante,
dai figli dei fiori con camicie semi hawaiane, pantaloni a zampa di elefante, cinturoni, scarpe co le zeppe alte, gonne lunghe zingaresche, jeans, fasce e nastri colorati in testa, tutto questo ha dettato la moda hippy.
Movimento giovanile nato negli Stati Uniti nel 60, continuando ancora anche in Italia inizi 70 e diffusa in tutto il mondo.
Ma già nel 70 negli Stati Uniti iniziavano a rappresentare una minoranza